giovedì 6 dicembre 2007

Uva Chiavennasca

Allora, sempre in onore dell'amico Mirco Bèssega, parliamo oggi dell'uva Chiavennasca, principale protagonista del vino Valtellina Superiore.

Chiavennasca

Sinonimi: Nebbiolo, Spanna (Vercelli e Novara), Picotendro (Valle D'Aosta).

CARATTERISTICHE AMPELOGRAFICHE

GERMOGLIO: apice aperto, abbondantemente lanugginoso, di colore bianco verdastro con orli marcatamente rosso porpora.
Foglioline apicali (da 1 a 3): di colore bianco verdastro con orli rosso porpora la I', verde chiaro giallastro con sfumature ramate più o meno abbondanti la 2' e la 3 a; inferiormente cotonose.
Foglioline basali (4-5): verdi sfumate di rame, inferiormente da lanugginose a molto lanugginose.

TRALCIO ERBACEO ALLA FIORITURA: contorno poco angoloso abbondantemente striato di rosso nella parte dorsale, verde in quella ventrale; tratto apicale a pastorale.

FOGLIA ADULTA: medio-piccola, da cuneiforme a pentagonale, quinquelobata talvolta eptalobata. Seno peziolare aperto a U, talora con dente sul bordo. Seni laterali, inferiori a U, talora a V. Seni laterali superiori più profondi a U o a lira a volte chiusi, con bordi leggermente sovrapposti. Lembo sottile a superficie finemente bollosa a profilo piano con margini revoluti. Dentatura accentuata, denti a base media poco pronunciati e margini tendenzialmente rettilinei o concavi-convessi. La pagina inferiore è poco lanugginosa con nervature setolose e di colore rosso violaceo alla base. Picciolo verde spesso con abbondanti striature rosso violacee.

INFIORESCENZA: fiore ermafrodita con una inflorescenze o meno per germoglio.

GRAPPOLO A MATURITA': medio, cilindrico o conico, allungato con ali brevi o poco sviluppate, pendule, mediamente spargolo.
Peduncolo allungato, frequentemente bruno o rosso violaceo, semilegnoso o legnoso fino al punto di abscissione.

ACINO: medio-piccolo (1.84 g), ellissoidale corto (d.e./d.I.= 0.94), buccia molto pruinosa, sottile, ma consistente di colore bleunero uniforme.
Polpa molle, succosa, non colorata, leggermente acidula e astringente. Succo non colorato di sapore semplice e netto.
Pedicello con cercine verde, ma frequentemente sulle prime ramificazioni del rachide anche bruno con cercine violaceo.

FENOLOCIA
- Epoca di germogliamento: nelle zone tradizionali, fine marzo primi di aprile, in quelle marginali ed in quota è ritardata di dieci-quindici giorni.
- Epoca di fioritura: fine maggio - prima decade di giugno.
- Epoca di maturazione: nelle zone più vocate e precoci l'invaíatura si verifica a partire dai primi giorni dì agosto (Berbenno, Sondrio, Chiuro) all'inizio della seconda decade del mese (Villa di Tirano).
Nei vigneti in quota e nelle zone dove la maturazione è più tardiva si osserva un ritardo di 10-20 giorni. Anche la maturazione fisiologica rispetta questa scalarità interessando un periodo che va dalla prima decade di ottobre fino all'ultima decade del mese.

CARATTERISTICHE ED ATTITUDINI COLTURALI
- Vigoria: da buona ad elevata.
- Produzione: medio-buona e regolare.
- Potatura: corta. Nel sistema di allevamento tradizionale si conservano 16-25 gemme per ceppo distribuite su due o tre capi a frutto a cui si aggiunge uno sperone.
- Resistenza alle malattie: sensibile all'oìdio, suscettibile alla muffa grigia negli autunni umidi, mentre buona è la resistenza alla peronospora.
- Posizione del primo germoglio fruttifero: secondo nodo.
- Fertilità potenziale media delle gemme: 1,37.
- Fertilità potenziale delle prime quattro gemme: 0,92.
- Fertilità reale media delle gemme: 0,97.

UTILIZZAZIONE
La Chiavennasca è il vitigno che ha segnato la storia vitivinicola valtellinese e che ancora oggi caratterizza le produzioni dei vini classici a D.O.C. di Valtellina.
L'origine della parola "Chiavennasca" è ancora motivo di contestazione. In passato il termine è stato accostato a Chiavenna ritenendo che il vitigno fosse originario di quella valle e poi successivamente introdotto ìn Valtellina.
Altra tesi vuole che derivi da "ciù venasca" cioè vitigno con più vena e vigore; altri, e 18 sono i più, ne sostengono l'origine legata a Ilciú vinasca" ossia più adatta alla trasformazione in vino.

La Chiavennasca viene considerata una sottovarietà del Nebbíolo (vitigno tipico del Piemonte) la cui culla è da ricercare nell'Albese e nelle Langhe. Nella letteratura agronomica il Nebbiolo si trova citato già alla fine del sec. XIII da parte di Pier De Crescenzi (7) " ... è un'altra spezie d'uva nera, la quale è detta Nubiola (Nebiolus), la quale è dilettevole a manicare, ed è meravigliosamente vinosa, ed ha il granello un poco lungo, e vuol terra grassa e molto letaminata, e teme l'ombre e tosto pullula, e fa vino ottimo e da serbare e potente molto e non deve stare né graspi oltre un dì o due. E questa è molto lodata nella città d’Asti e in quelle parti. " Il termine, etimologicamente, deriva da nebbia, prendendo quindi il nome da una velatura pruinosa molto marcata che riveste l'acino maturo.

Trovasi cenno di questo vitigno anche nell'opera di Gian Battista Croce (6) che nel 1606 riporta: "... Seguono le nere (uve), delle quali dicesi esser la Regina il Nebiol, così forse detto per trasposizione di lettere, come Nobile: poiché fa vino generoso, gagliardo, e dolce ancora, come nel suo loco diremo, quallungamente, e bene si conserva. L'uva è rara, lo graspo, o come noi diciamo, la rappa verde, e i grani rotondi, non però molto grossi."
L'epoca di introduzione del vitigno in Valtellina non è conosciuta, risulta certa la sua diffusa coltivazione già nel XVI secolo.

Così anche la denominazione di "ciuvinasca" già al tempo consolidata nel dialetto locale starebbe a confermare la sua antica presenza (4). "...obligati sintfundum suprascriptum vineatum redimere et plantatum vitibus vulgari sermone appellatis Chiuinasche exceptibus vítibus numero víginti cuiuslibet alterius generis uvarum arbitrio dictorum emphitheoatarum, reservato tamem genere uvarum vulgo nominatarum Bottazzere "... "Fundum predictum laborent seu aptent ut dicitur ad opoli,... et labori s necessarijs s teneant.. vites suis debitis temporibus, ut dícitur sbrattar delle foglie, ut uvae maturare possint.. etfundum manutenere bene plantatum, munitumque palis castaneis.. " vale a dire [ " ... vigna concessa a livello con l'onere di ripristinare a coltura il fondo a regime oppolivo piantando viti dette in dialetto locale "Ciuvinasca", salvo venti piante di altro genere a discrezione dell'investito, con esclusione comunque della varietà detta "Bottagera" e con varie altre prescrizioni, tra le quali quelle di operare la sfogliatura, affinché le uve possano maturare, e di munirle di pali di castagno"].

La Chiavennasca è caratterizzata da un equilibrio vegeto-produttivo che risente molto delle condizioni ambientali (terreno e clima), delle pratiche colturali e delle scelte agronomiche.
E' infatti suscettibile ai freddi e alle piogge primaverili manifestando, in queste condizioni, fenomeni di filatura dell'infiorescenza e colatura dei fiori. Influenza negativa hanno anche le annate particolarmente piovose che possono determinare, con la filatura, alternanze di produzione.
Per ottenere produzioni di eccellente qualità è necessario quindi operare una scelta corretta delle aree di coltivazione, prediligendo quelle zone dove si raggiungono adeguate somme termiche e di luminosità.

Il vitigno è caratterizzato da una notevole variabilità fenotipica che si manifesta con una eterogeneità di caratteri morfologici relativi ai vari organi vegetativi e riproduttivi. Questa ricchezza di caratteri permette di osservare nell'ambito della varietà popolazione locale, gruppi di individui (biotipi) che differiscono tra loro. La sua variabilità fenotipica è sicuramente ascrivibile a numerosi fattori, tra i quali non è da escludere anche una componente genetica.

Già Pietro Ligari (13) nel 1752 descrive tre tipi di Chiavennasca cogliendo da attento artista le diversità morfologiche della foglia e del grappolo. Al riguardo osserva: "Alcuni vogliono che le Chiavennasche così da noi chiamate siano di cinque sorti, ma io tengo l'upinione di non esserne più di tre, cioè una che produce il grappo grande ed alquanto spiccato da l'uno all'altro grapello che sorte dallo stesso sgrazzo e parimenti spiccata ne grani e fa le foglie morbide e quasi rotonde e poco intagliate all'intorno... ".
'La seconda fa grapoli meno grandi, ma alquanto più serrati di grani, con foglie parimenti rotonde e poco intagliate, ma meno feconda della prima, ma di qualità di vino eguale.
La terza si è quella chiamata intagliata per 19 che fa le foglie a guisa di quelle selvatiche e produce grappoli di mezzana grandezza e molto vaga de grani; questa veramente produce il vino migliore...

Anche Heinrich L. Lehmann (12) nel 1797 contraddistingue la Chiavennasca a seconda del diverso grado di incisione del lembo fogliare in: "rossa non intagliata", "rossa mediamente intagliata" e "rossa fortemente intagliata".
Carlo Gerini, Presidente della Commissione Ampelografica della Provincia di Sondrio nel prospetto redatto nel 1882 (documento riportato in appendice), dei Comuni viticoli e dei vitigni coltivati, a questo proposito distingue la Chiavennasca in "comune", "piccola" e "intagliata".
Più recente è la descrizione del vitigno da parte di Alessandro Rota (18) che nel 1910 propone la suddivisione del "Chiavennasco" nei termini di "domestico o chianvennascone", "intaglíato" e "chiavennaschino".

I nostri viticoltori individuano i seguenti tipi di Chiavennasca così denominati: "ciavena~ sca", "ciavenaschin", "ciavenascon" e "ciavenasca intagliata". Un'osservazione opportuna deve essere riportata a riguardo del Chiavennaschino: ritenuto localmente un Nebbiolo, in realtà si tratta di altra varietà nettamente distinta e descritta in seguito.
In considerazione di questa eterogeneità pare opportuno operare la selezione clonale di ceppi portatori di caratteri qualificanti per produzioni enologiche (colore, corpo, estratto e quadro dell'acidità).

Il biotipo di Chiavennasca descritto, portato in rappresentanza della varietà popolazione presenta pregevoli caratteristiche ampelografiche, agronomiche e produttive ed è stato individuato presso un'azienda del tiranese.
Sul territorio sono stati osservati altri biotip meritevoli di attenzione che si differenziano oltre per la morfologia della foglia del grappolo e dell'acino anche per vigoria, produttività e per gli aspetti fenologici.



Tratto da: http://comunechiuro.provincia.so.it/vino/ampelografia2.htm

lunedì 3 dicembre 2007

Valtellina Superiore Sassella DOCG

Chi conosce la Valtellina sa che è famosa non solo per le belle montagne, ma anche per la cucina: buona da leccarsi i baffi. Niente di meglio, dunque, che accoppiare a una gustosa cena a base di prodotti tipici il Valtellina Superiore Sassella, un rosso asciutto e profumato.

Il Valtellina Superiore Sassella deve il suo nome alla Chiesetta della Sassella, situata ad ovest di Sondrio, ai piedi dell'omonimo promontorio.

I suoi 150 ettari di vitigni occupano la "Riviera della Valtellina", un'area chiamata così per la favorevole esposizione climatica che consente di coltivare tra i filari di vite, anche gli asparagi.

Il clima della "Riviera" è il segreto di questo rosso intenso e delicato. Il gusto è asciutto, leggermente tannico, vellutato, mentre il profumo ricorda il lampone, la nocciola e la resina.

Come tutti i Valtellina Superiore, il Sassella raggiunge la maturità in 3-5 anni e si presta a lunghi invecchiamenti in bottiglia, che ne esaltano l'eccezionale ricchezza di profumi.

Il 90 per cento della composizione dell'uva è data della varietà Nebbiolo Chiavennasca e la gradazione alcolica raggiunta non è mai inferiore ai 12 volumi.

Il valtellina superiore Sassella è un vino che parla delle sue montagne. Per questo l'ideale è abbinarlo a piatti strutturati, dai sapori decisi. Ottimo con la bresaola, i formaggi stagionati o con la selvaggina allo spiedo. Magnifico anche con arrosti, brasati e stufati.

Se poi volete preparare una cena di cucina valtellinese tradizionale, il Sassella è speciale insieme alla "lepre in crostata", dove la carne è avvolta da una copertura dolce, a base di amaretti sbriciolati.

Valentina d'Angella

da http://montagnaorg.equanta.it/


Bess insegna.

martedì 13 novembre 2007

Wi-Max



WiMAX è una tecnologia di trasmissione senza fili d'accesso a banda larga, in grado di fornire elevate prestazioni, in termini di velocità di trasmissione di dati, a basso costo. La possibilità di essere utilizzato su qualsiasi tipo di territorio, a prescindere dalle caratteristiche geografiche (si possono utilizzare sistemi WiMAX, in tutti gli ambienti, dall’urbano al rurale), rende WiMAX competitivo sul mercato per ogni tipo di utenza (dall’azienda all'utente singolo). WiMAX è in grado di operare sia su bande di frequenza sottoposte a licenza (cioè porzioni dello spettro frequenziale assegnate in uso esclusivo dalle istituzioni governative preposte a enti e aziende, solitamente dietro compenso) che su bande "non licenziate" (cioè su frequenze per il cui utilizzo non vi è alcun pagamento). La tecnologia supporta velocità di trasmissione di dati condivisi fino a 70 Mbit/s in aree metropolitane, utilizzando una tecnologia che non richiede la visibilità ottica tra le stazioni. Secondo i proponenti di WiMAX questa ampiezza di banda è sufficiente per supportare simultaneamente almeno 40 aziende con connettività di tipo T1 e 70 abitazioni con connettività al livello DSL da 1 Mbit/s.

WiMAX ha un potenziale tale da consentire di allargare a molti milioni gli accessi ad Internet senza fili, proprio per il basso costo e la relativa facilità di implementazione della struttura: la copertura senza fili di WiMAX si misura in km², mentre la copertura Wi-Fi viene misurata in decine di m². Per questo motivo è una tecnologia che dovrebbe ridurre il digital divide. Le stazioni-base WiMAX dovrebbero riuscire a coprire intere aree metropolitane (secondo [2] una stazione base WiMAX potrebbe irraggiare connessioni Internet ad alta velocità verso abitazioni e aziende per un raggio di circa 50 km / 31 miglia) collocando ciascuna area entro una WirelessMAN e consentendo che all'interno di questa si realizzi una vera mobilità senza fili. I proponenti sperano che questa tecnologia nel giro di pochi anni venga adottata anche per i computer portatili e per i PDA. Occorre però precisare che il vero roaming a banda larga di tipo cellulare senza fili si baserà sullo standard 802.20, peraltro compatibile con WiMAX.



Tratto da Wikipedia

lunedì 5 novembre 2007

Campana - Snifo

Live @ Riccardo, una domenica comune assieme agli amici del paese.



giovedì 25 ottobre 2007

Miniera

Pranzo Schola Cantorum Conco @ Val Lastaro. Performance by Mario Furlani + Cen


Chitarra Romana

Pranzo Schola Cantorum Conco @ Val Lastaro.



Dedicato alle Donne

Pranzo Schola Cantorum Conco @ Val Lastaro.



Suona Chitarra

Pranzo Schola Cantorum Conco @ Val Lastaro.



Canta Lo Sciatore

Pranzo Schola Cantorum Conco @ Val Lastaro.


Cimitero di Rose

Pranzo Schola Cantorum Conco @ Val Lastaro.



Madonnina Dai Riccioli d'Oro

Pranzo Schola Cantorum Conco @ Val Lastaro.



Cimitero di Rose

Live performance (qualche tempo dopo) @ baito Campana!



Terra Straniera

Live performance (qualche tempo dopo) @ baito Campana!



Meglio Sarebbe

Live performance @ baito Campana!



Cimitero di Rose

Live performance @ baito Campana!



Madonnina Dai Riccioli d'Oro

Live performance @ baito Campana!



martedì 23 ottobre 2007


Conchesi all'Ombralonga - TV - 21/10/07


martedì 9 ottobre 2007

Romagna e Sangiovese

Live performance @ baito Campana!

Manuela

Live performance @ baito Campana!


Campagnola Bella!

Live performance @ baito Campana!

Gianni performa live

Live performance @ baito Campana!


Panoramica

Live performance @ baito Campana!


Pronto!!

Live performance @ baito Campana!


Preparazione cibarie 2

Preparazione cibarie

Live performance @ baito Campana!

Ancora un "grazie" alla Natalina, presa alla sprovvista con circa 10 bocche da sfamare!! Grande!!


Spazzacamino

Live performance @ baito Campana!

domenica 23 settembre 2007

venerdì 27 aprile 2007

Trentatre

Senza parole.



domenica 8 aprile 2007

Video Altopiano

http://www.youtube.com/watch?v=L0gRKMVeKz0
Video amatoriale sull'Altopiano.

sabato 17 marzo 2007

New Zealand 2

http://picasaweb.google.com/polpez
Presto, a questo indirizzo, verrano pubblicate alcune foto del viaggio in NZ. Se volete vederle siete i benvenuti!
Pez

mercoledì 14 marzo 2007

Dalla Nuova Zelanda


Saluti dalla Nuova Zelanda!!!

lunedì 5 marzo 2007

Nuova Zelanda

Un saluto a tutti dalla Nuova Zelanda! Presto posterò qualche foto/video del posto. Bugiardo Amore live sull'oceano.
Steme ben!
Paul

lunedì 26 febbraio 2007

Era Una Notte Che Pioveva

Prima realizzazione.


giovedì 22 febbraio 2007

Accogliente Slovenia

Navigando in internet mi sono incidentalmente imbattuto in questa geografica curiosità..
un posto dove tutti vorremmo andare, almeno un paio di volte nelle vita.

Click click..

Campana Star

Il grande Zio Tino in ginocchio di fronte al Campana, idolo delle folle alla stregua dei Nomadi!E el Fabio che dà tutto il suo appoggio..

mercoledì 21 febbraio 2007

Spirito/Anima

(...) Ma il dolore esige sfogo, altrimenti scoppia in petto come una mina. Allora, per piangere, ci si affida a qualche bicchierino di cognac. Il cognac è liquore da disgrazie, da dolori, da spaventi, da emozioni tragiche. Il vino è per l'allegria, la festa, le sagre, le cose belle. L'acquavite è per la malinconia, la solitudine, per coloro che vivono isolati. Ogni tipo di alcolico ha funzione precisa nella vita delle persone. Svolge azione lenitiva o aggressiva, secondo i casi.
Le donne bevitrici, salvo rare eccezioni, amano il bianco. Il bianco è vino per solitudini femminili. Il marsala nettare per vecchiette in gamba, lucide, forti di polso, che non bevono molto, qualche bicchiere per tirare su il cuore (...).

M. Corona - Aspro e Dolce

martedì 20 febbraio 2007

Viva Noè

Viva Noè gran Patriarca salvato
dall'arca sapete perchè?

Perchè fu l'autor del dolce liquore ch'allegri ci fa,
lala, la, la.

Bevevano i nostri padri? SI!
Bevevano le nostre madri? SI!
E noi che figli siamo
beviamo beviamo.
E noi che figli siamo
beviamo beviam!

Del bianco moscatello
del rosso grignolin,
ne avessi un botticello
vorrei veder la fin!

da ...e cantavam, Colecao de cantos popolares da Regiao de Imigracao Italiana no Rio Grande do Sul

Amici e bar

Al bar

Un amico al bar

Due amici al bar


Tre amici al bar




Lungi da me pensiero...

...e nostalgia, voglio soltanto vivere...


Polvere

Sostanze stupefacenti ai Lova..:-)

Voga e Va

Venezia per sempre nei nostri cuori...

lunedì 19 febbraio 2007

Un bacio romantico

Quando l'amicizia va aldilà di qualsiasi limite.

Suona Chitarra

Sempre M.F. live.


Mario Furlani Anplagghed

Stile inconfondibile.


Intro

Arpeggi in Pens bemolle.



lunedì 12 febbraio 2007

Balda/Fabio



Due della nostra squadra!













Gran Dio Del Cielo

(...)
Guarda la luna, la luna come cammina.
Guarda la luna, la luna come cammina.
la và sui monti, la và sui mari,
la và sui mari e non si stanca mai.


Bandiera Nera

Commovente nènia alpina.


O Conco Mio

Versione modificata della più famosa "O Sole Mio", adattata al contesto rurale locale.


Incognita III

Inedita canzone, almeno per me.. ma sembra che anche el Bob non ne sappia niente:-)



Voga e Va

(Concina-Cherubini)

Venezia rassomiglia a una sposa
vestita di merletti di Burano
e passa fra le gondole festosa
tra il Lido e la laguna
sposi ed amanti buona fortuna.

Voga e va gondolier,
canta el cuor
non posso andar più via
perché Venezia mia
m’ha fatto innamorar.

Ho visto due colombi andare in alto
volevan fare il nido in paradiso
e son volati a nozze su Rialto
ed han lanciato un grido:
"Venezia nostra sei il più bel nido".

Voga e va gondolier,
canta el cuor
non posso andar più via
perché Venezia mia
m’ha fatto innamorar.

Xè un vecio gondolier
de Santa Crose
che pianxe quando passa la regata,
iu più no'l pol remar
ma spenze a voxe
le gondole in ghirlanda
lui ch’era il primo sul Canal Grande.

Voga e và…







Bugiardo Amore (La Bottega Live)

Con Robi, Bufri, Balda, Toni, Pez e naturalmente el Gianni!

mercoledì 7 febbraio 2007

Matrimonio Bessega

Cantando Bugiardo Amore sul Ducato del Balda, improvvisato palco per un mini-concerto-matrimoniale.
Complimenti a tutti, soprattutto agli sposi!

Ringraziamenti

Dobbiamo ringraziare il regista della serata: Sig. Pezzin Roberto, che ha dato sfoggio delle sue abilità di inquadratura! Senza di lui tutto questo non sarebbe stato possibile.
Grande Bosna!!




martedì 6 febbraio 2007

Tu Che M'hai Preso Il Cuor (con sfolòn)

Difficoltosa realizzazione:-)


Incognita

27/01/07
Purtroppo non conosco il titolo di questa canzone.. suggerimenti sono benvenuti!


Da Maino

27/01/07..
Ma se sei nato qui, dovrai tornare..!

Meglio Sarebbe

El grande Bess no disdegna gnanca questa e, dopo l'ennesimo goto, el se lancia nell'ultima performance della serata..


Piemontesina Bella

Questa la ghe piase tanto al Bessega e 'lora, dato el fatto che l'è neosposo no se pole dirghe de no..


Il Tango Delle Capinere

Sempre el Cesco el Bufri, inarrestabili!
El Bessega non può altro che approvare.


Joska La Rossa

E' questo un canto legato alla seconda guerra mondiale. Gli alpini non avevano fatto a tempo a tornare dalla Grecia che, l’anno dopo si trovarono in partenza per un altro fronte a rinforzo di altre truppe del nostro esercito già su quel fronte dal 1941. Siamo nell’estate del 1942 ed il paese invaso è la Russia che, fin dai tempi di Napoleone, ha un famoso generale, “il generale inverno”. E saranno anche il grande gelo dell’inverno russo e l’equipaggiamento non adatto dei nostri soldati che faranno soccombere gli alpini.

Il canto di Bepi De Marzi richiama la classica melodia russa, quella che, al suono della balalaica, invita alle movimentate danze popolari di quel paese. Questa volta i protagonisti della danza sono gli alpini delle Divisioni “Cuneense”, “Tridentina” e “Julia”, alpini che la Storia vede impegnati in una guerra, insensata come lo sono tutte le guerre, una guerra voluta da chi comandava una guerra oltretutto mal preparata e finita in tragedia.

Partirono in 55.000, questo era la forza del Corpo d’Armata Alpino facente parte dell’ A.R.M.I.R.: 34.170 furono i morti ed i dispersi, 9.410 i feriti ed i congelati!

gli alpini, anche se nemici ed invasori, si comportarono umanamente con la popolazione civile. Il testo racconta una storia, certamente inventata, divenuta una poesia, senz’altro ispirata al racconto di qualche reduce e, appunto perché poesia, o meglio “musica poetica”, riesce a focalizzare la gioia ed il dolore, l’amore e l’odio, il perdono e la vendetta, la vita e la morte.

Ma la vera protagonista di questo canto è la donna russa, impersonata da una ragazza, Joska, che ha compassione di questi uomini lontani migliaia di chilometri dalle loro case, uomini che, nel momento del bisogno, non possono avere vicine le loro donne, la mamma, la moglie, la “morosa” e le sorelle.

Allora Joska si sostituisce a queste donne per alleviare la malinconia, la solitudine ed il dolore degli alpini. E, alla fine sarà ancora Joska a dar loro pietosa sepoltura nella fredda terra russa.

Di Sergio Piovesan, dal sito: http://www.coromarmolada.it/joska.htm




Bugiardo Amore (Metà)

Realizzazione di metà della canzone, perchè tutta era troppo lunga..

Sketch

Dopo una mezza serata passata ad aspettarlo ecco che arriva el Campana, fiero dei propri attributi! El Balda risponde a tono col verso che ormai lo contraddistingue.
Cabernet.


Lo Spazzacamino

El Cesco (Organista) e el Bufri cantano insieme "Lo Spazzacamino". Una performance degna di nota!


Colomba Bianca Vola

El Campana e el Balda reinterpretano "Colomba Bianca Vola" (se l'è el titolo giusto..).
Vincitrice del secondo Festival di Sanremo, nel 1952 (cantata da Nilla Pizzi), è una canzone ispirata alle tristi vicissitudini della città di Trieste. Infatti con il Trattato di Parigi (1948), Trieste fu tolta all'Italia per costituire il cosiddetto Territorio Libero di Trieste e solo nel 1954 ritornò all'Italia, se pure monca di tutto il suo entroterra istriano. La canzone è una struggente preghiera per il ricongiungimento della città all'Italia.

Testo da: http://www.italia-rsi.org/cantiitalia/candopoguerra.htm


Sul Pajon

Attente ragazzine!

Bugiardo Amore II

Stessa scena del precedente ma con diversi cantori, alcuni minuti dopo la prima peformance.


Bugiardo Amore

Bugiardo Amore performed live dal Gianni Campana et al. Toccante..


Partenza.

Questo sito nasce con l'intenzione di mettere a disposizione di tutti del materiale altamente informativo riguardante la nostra piccola comunità di cantori amatoriali di Conco. Dopo il divertimento, il bello dello stare insieme e il piacere del sorseggiamento, il fine ultimo di queste pagine è quello di raccogliere materiale fono-visivo che (forse) andrebbe perduto col passare degli anni. Non vogliamo che queste canzoni, queste performances vengano lasciate all'incuria del tempo.
Quindi cominciamo, sperando di avere molte visite e altrettanti commenti. Sono accettate critiche, offese, complimenti etc..
Simo gente de paese, no ne spaventa niente.

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